venerdì 15 aprile 2011

NO MAD dialogo interculturale

Libere associazioni per libere differenze

2008 - 2009
Anno Europeo del dialogo Interculturale
Mille splendidi aquiloni
Etruschi e Afghani, in cerca di comuni radici

Esiste un legame tra il popolo Etrusco e il popolo Afghano? Stando agli studi dell'etimologo Giovanni Semerano, le rotte tracciate dai nomadi   dal Medio ed Estremo Oriente segnano il loro sptostamento verso Occidente  già migliaia di anni prima della nascita di Cristo. Seguendo le vie della transumanza  i nomadi si spostarono fino ad arrivare ai territori che sarebbero diventati l'Etruria. L'incontro con le popolazioni locali potrebbe aver dato origine alla civiltà etrusca. Perché questa ipotesi possa essere esplorata, occorre conoscere meglio i popoli di quelle terre lontane, per scoprire le tracce di radici comuni.

Oltre a questa suggestiva motivazione, il progetto che qui presentiamo risponde a un’esigenza di ordine più generale, ispirata agli obiettivi dell’Anno Europeo del Dialogo Interculturale voluto per il 2008 dall’Unione Europea. Conoscere storia, tradizioni, costumi dei popoli Afghani, per guardare a quella parte del mondo che prima di ogni altra – dopo gli Stati Uniti – ha pagato le conseguenze dell’evento che ha “cambiato la storia”, l’11 settembre 2001. Un evento che evoca ai nostri occhi la ferita di Ground Zero ma non le migliaia di ferite che la guerra ha inflitto e ancora infligge all’Afghanistan: un paese che nei secoli è stato pressoché ininterrottamente terra di contesa e di conquista, politicamente instabile “per definizione”, che negli ultimi trent’anni ha conosciuto prima l’invasione sovietica e poi quella americana.

 E quando parliamo di Afghanistan non parliamo delle forze belligeranti, e delle rispettive ragioni: parliamo, “semplicemente”, di popolazione civile: donne, bambini, uomini.

La condizione delle donne  in Afghanistan  è stata efficacemente descritta da Louise Arbour, Alto Commissario delle Nazioni  Unite per i Diritti Umani, che il 20 novembre 2007 dichiara: (...) Sono anche sconcertata da quanto il livello dei diritti delle donne sia rimasto in stallo (...). Le donne continuano a soffrire in modo sproporzionato a causa dell’estrema carenza di diritti umani. (...)”.
Nella volontà di dare un segno concreto per lo sviluppo della condizione femminile, 'Mille Splendidi Aquiloni' appoggia l'attività del CISDA  (Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane - Onlus)  che è il risultato e la sintesi del lavoro di alcune associazioni e gruppi italiani che da anni operano a favore dei diritti delle donne e della dignità della persona contro tutti i fondamentalismi e le guerre.
Il CISDA si propone di:

-Mantenere viva l’attenzione sulla difficile e precaria situazione dell’Afghanistan.

-Far conoscere e affiancare alcune associazioni di donne afghane impegnate nella realizzazione di progetti volti a promuovere nell’ambito dell’esistenza quotidiana il diritto all’istruzione, al lavoro, alla salute per tutti, e in particolare per le donne penalizzate dal sopravvivere di una politica patriarcale e fondamentalista. Le donne sono infatti le principali vittime del fondamentalismo alle quali, nell’ultimo decennio, sono state negate l’identità, la dignità, il ruolo sociale e l’accesso all’istruzione, al lavoro e alla cultura. Tale situazione esclude le donne dalla sfera pubblica privando l’intero paese del contributo femminile alla costruzione di un futuro di pace, di diritti e di democrazia.

-Promuovere un tipo di collaborazione orizzontale, che è capace di accogliere i bisogni ma non crea dipendenza poiché permette alle donne afghane di essere protagoniste del loro cammino di emancipazione e di liberazione.

Le associazioni di donne afgane  sostenute dal CISDA sono:  RAWA (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan; www.rawa.org), HAWCA (Humanitarian Assistance of the Women and Children of Afghanistan; www.hawca.org) e OPAWC (Organization for Promoting Afghan Women's Capabilities; www.geocities.com/opawc/). Le donne di queste associazioni operano da molti anni in Afghanistan e nei campi profughi in Pakistan a rischio della propria vita. Si muovono in uno scenario politico e sociale devastato dalla guerra e dal fondamentalismo in cui gruppi armati si avvicendano al potere macchiandosi di crimini contro l’umanità e calpestando i più elementari diritti umani, soprattutto a a scapito delle donne e delle bambine.

Le associazioni di donne afghane che sosteniamo lavorano in questa situazione di conflitto a sostegno della società civile per far crescere la cultura della pace, dei diritti e della democrazia.

Sovescio Manifesto:
OGGI SI PARLA DELLA PACE E SI FA LA GUERRA

URGE PARLARE DELLA GUERRA E FARE LA PACE

intro no-mad

NO-MAD Eventi 2

Incontro con donne del R.A.W.A., C.I.S.D.A. PEACE WAVES

Presentazione evento Mille Splendidi Aquiloni presso la Sala Dei Grandi ...

donne no-mad

Incontro tra l'ottava rima , il canto muezin e i Synaulia